La terra di mezzo

Magari fosse solo un’inchiesta “fasciomafiosa”

Tutti conoscono la biografia di Massimo Carminati, fra realtà ed immaginazione, autentico protagonista di quel “mondo di mezzo” tramandatoci dalle fantasie mitologiche di Tolkien. Pochi sono coloro che invece conoscono Salvatore Buzzi, condannato a trent’anni di galera per omicidio, e pure capace di prendersi una laurea in economia in carcere, tanto da venir considerato completamente recuperato alla società. Persino il professor Stefano Rodotà pronunciò un solenne encomio davanti a tale formidabile risultato di riabilitazione. Che Buzzi sia uomo dal cervello fine, oltre che dal grilletto facile, lo dimostra con il 110 lode, la sua abilità di sfruttare le opportunità dell’associazionismo. La sua battuta comparsa nelle intercettazioni, per cui “si fanno più soldi con gli immigrati che con la droga”, è destinata a segnare il secolo. Salvatore Buzzi è anche un uomo senza remore ideologiche:nel 2010, la sua cooperativa, "29 giugno" riesce ad organizzare una cena in cui si trovano fianco a fianco, l'allora sindaco Gianni Alemanno, l'ex capo dell'Ama Franco Panzironi,un esponente del clan dei Casamonica, il parlamentare del Pd Umberto Marroni. Marroni allora era capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale, in pratica il capo dell'opposizione ad Alemanno, suo padre, Angiolo, era invece il garante dei detenuti della Regione Lazio. Buzzi spiega che quella cena celebrò l’accordo raggiunto con la giunta Alemanno che fino a quel momento aveva voluto tagliare i fondi all’associazionismo. I fondi vennero lasciati e quando Alemanno aveva bisogno di riempire le sale, Buzzi gli mandava volentieri la claque, fossero anche sette o otto mafiosi che lavoravano nella sua cooperativa. Visto che poi si trattava di associazionismo capace di gestite milioni, non poteva mancare alla famosa cena Giuliano Poletti, allora gran capo della Lega Coop. La frequentazione di Buzzi da parte di Poletti è avvenuta anche in altre occasioni, ad esempio, all’assemblea per l'approvazione del bilancio 2013. Una volta Poletti divenuto ministro, il magazine dell'associazione di Buzzi ha subito dedicato la copertina al suo simpatico faccione. I magistrati hanno parlato dello spaventoso scandalo romano dove affari, politica ed influenza della criminalità organizzata, si mischiano fra loro, come di un’inchiesta “fasciomafiosa”. Magari fosse solo questo, perché,per quanto possa apparire eclatante il nome di Carminati e che un tale personaggio potesse muoversi tanto liberamente, dai nomi comparsi nell’inchiesta emerge un bel pezzo del pd romano e precedentemente ancora, quando vigeva la giunta Veltroni. Per capirne di più, aspettiamo che si metta sotto il fuoco la figura e la storia di questo Buzzi, personaggio che non sembra affatto appartenere alla “terra dimezzo”, piuttosto appare ben piantato nella terra vera e propria, quella che si estende sotto la volta celeste, dove si affacciano i vivi, non i morti.

Roma, 3 dicembre 2014